Good-nutrition

Biologico e nutrizione

È opinione diffusa che gli alimenti biologici siano qualitativamente migliori dal punto di vista nutrizionale rispetto a quelli derivanti da tecniche produttive tradizionali. A questa conclusione giunge anche un rapporto del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CRA, 2012), che ha preso in esame la bibliografia scientifica pubblicata negli ultimi anni sul rapporto tra biologico e nutrizione. Ciò che è emerso è che la qualità degli alimenti non è solo legata alle pratiche agronomiche adottate, ma anche alle caratteristiche genetiche della coltura e a quelle del suolo e del clima. Per quanto riguarda i cereali, le differenze di rilievo osservate tra biologico e convenzionale hanno riguardato le proteine totali, che sono risultate maggiori nei prodotti tradizionali. Nella frutta gli studi hanno mostrato, in alcuni casi, un maggiore contenuto di acido ascorbico a favore dei prodotti biologici.

È interessante osservare che in un significativo numero di campioni studiati i singoli frutti hanno presentato un peso medio minore medio di quello evidenziato per le coltivazioni convenzionali; ciò concorderebbe con la tendenza osservata nel bio di una minore resa di prodotto. Per la frutta inoltre non è stato possibile riscontrare differenze tra le due modalità di coltivazione riguardo alla concentrazione di sali minerali e vitamine. In molti casi però i prodotti biologici hanno presentato delle concentrazioni di composti antiossidanti, quali ad esempio i fenoli (considerati benefici per la salute umana), maggiori rispetto a frutti provenienti da agricoltura convenzionale. Viceversa, in pomodori, patate e peperoni, che rappresentano anche gli ortaggi più studiati, non sono state invece evidenziate differenze importanti di composti antiossidanti, zuccheri e carotenoidi. Per il latte e i suoi derivati, invece, gli studi disponibili (pur limitati in numero) non evidenziano differenze significative nel contenuto di vitamina A ed E; allo stesso modo mancano dati consistenti circa le differenze in contenuto totale di proteine, lattosio e grassi tra agricoltura bio e convenzionale. Un importante dato che emerge dalle ricerche svolte è che il latte biologico possiede un più elevato rapporto di acidi omega 3 rispetto agli omega 6. Questo rapporto rappresenta un parametro di rilevo nella valutazione nutrizionale nel latte, poiché gli studiosi ritengono che nella dieta dei paesi occidentali tale rapporto sia sbilanciato a favore degli ultimi.

Tale squilibrio è ipotizzato essere alla base di importanti patologie cardiovascolari e alcuni tipi di neoplasie e malattie infiammatorie autoimmuni. Il contenuto di acido linoleico (in breve CLA) è stato rinvenuto in concentrazioni superiori nel latte bio, a riprova che il tipo di alimentazione, in questo caso foraggera, rappresenta un fattore cruciale in grado di determinare le differenze a livello di composizione nutrizionale del latte e dei suoi derivati. Il contenuto di acidi grassi saturi e monoinsaturi è invece risultato simile in entrambe le tipologie di prodotti esaminati.

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